domenica 3 gennaio 2010

Giuseppe Fava, giornalista e direttore


Per raccontare la storia de I Siciliani è doveroso iniziare parlando di Giuseppe Fava, il giornalista che diede vita alla redazione del giornale. In particolare parleremo degli anni della maturazione del giornalista Fava, attraverso le esperienze da capocronista dell’Espresso sera e da direttore del Giornale del Sud. Tramite questo percorso è possibile capire meglio l’etica professionale di Fava, e il tipo di formazione che egli offre ai giovani giornalisti, alcuni dei quali, conosciuti nei giornali sopraccitati, ritroveremo nell’esperienza de I Siciliani. Inoltre questo excursus è fondamentale per capire il clima dell’informazione a Catania negli anni di piombo della violenza degli scontri tra i clan mafiosi rivali.

Giuseppe Fava nacque a Palazzolo Acreide (SR) il 15 settembre del 1925. Figlio di insegnanti elementari, provenienti da una famiglia di origini contadine, frequentò le scuole a Siracusa. Si trasferì a Catania per studiare Giurisprudenza, dove conseguì la laurea nel 1947. La professione di avvocato però non lo aveva mai entusiasmato, così da subito abbandonò l’esercizio per dedicarsi alle sue tre grandi passioni: teatro, letteratura e giornalismo. Cominciò così a collaborare con alcuni giornali minori catanesi dell’epoca (La campana, Il Giornale dell’Isola, il Corriere di Sicilia, Le ultimissime). Venne abilitato alla professione di giornalista nel 1952. Qualche anno dopo diede inizio a collaborazioni come redattore e inviato speciale con riviste nazionali come La domenica del Corriere e Tempo illustrato. In quest’ultimo pubblicò una intervista al capo mafioso Genco Russo, che possiamo trovare in parte nel volume Processo alla Sicilia.

Il profilo intellettuale di Giuseppe Fava è stato paragonato, durante questi anni, a quello di Pier Paolo Pasolini, per la capacità di utilizzare efficacemente diversi strumenti letterari.
La sua produzione letteraria, giornalistica e artistica risulta vasta, poliedrica e variegata: è il frutto coerente delle sue idee che diventano storie raccontate in teatro, nei romanzi, sulle riviste e nei suoi quadri. Fava dedicò più di trentacinque anni all’esercizio della professione di giornalista, animato dalla convinzione che questo mestiere potesse servire al riscatto culturale della Sicilia e a far capire e risolvere i problemi dei siciliani. Molti dei suoi articoli sono permeati da questa passione civile, soprattutto quando Fava racconta la mafia ai propri lettori. Ci occuperemo più approfonditamente di questi ultimi, degli articoli che probabilmente hanno segnato la sua condanna a morte. Ma è importante sottolineare che la carriera giornalistica di Fava è ricca altresì di numerosissimi articoli di cultura, di inchieste letterarie, di terze pagine e di recensioni cinematografiche.
In questo lavoro prenderemo in esame gli articoli caratterizzati dal profondo sentimento antimafioso e dalla continua denuncia all’impunità dei potenti: “Fava si occupava della sua terra e quindi di mafia. Non come “metafora” astratta, ma come sistema di potere e di relazioni. Lo faceva con lo strumento della cronaca, ma anche in teatro, con le sue acqueforti, nei libri. Senza provincialismo” (Antonio Roccuzzo in M.Finocchiaro (a cura di), La maestra e il diavolo – Atti della giornata studi dedicata a Giuseppe Fava, Catania, Agorà Edizioni, 2002, p.159).
  • Stumble This
  • Fav This With Technorati
  • Add To Del.icio.us
  • Digg This
  • Add To Facebook
  • Add To Yahoo

Creative Commons License
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.
 
I Siciliani di Giuseppe Fava è un blog pubblicato sotto licenza Creative common
theme by Introblogger